top of page

La vulnerabilità: arrendersi al corpo

  • Immagine del redattore: Karen Medici
    Karen Medici
  • 28 feb
  • Tempo di lettura: 1 min


La vulnerabilità è solitamente associata alla “resa”, alla “sconfitta”, ad una condizione percepita come “debolezza”, ma in realtà rappresenta un opportunità fondamentale per la crescita personale. La vulnerabilità è un tema centrale in terapia, perché ci rende capaci di aprirci alla possibilità di guarigione, di abbandonare le difese narcisistiche e di contattare le nostre fragilità emotive.

Si intraprende un percorso di terapia perché si vuole cambiare qualcosa della propria vita, ma al tempo stesso c’è una resistenza che si oppone a questo cambiamento. Questa resistenza implica abbandonare il controllo e accettare di arrendersi al corpo. Ciò suscita sentimenti di vulnerabilità.

Accettare la vulnerabilità significa “far passare” i ricordi e le emozioni del passato che altrimenti resterebbero sommersi. Le difese dell’Io proteggono ma rendono insensibili, aiutano la sopravvivenza ma irrigidiscono il corpo e il dolore non viene eliminato. Scrive Lowen in Arrendersi al corpo: “Dato che il dolore è percepito come una minaccia per la vita del bambino, la sopravvivenza esige che si elimini quell’esperienza, insieme al dolore e alla paura che suscita. Questa eliminazione si ottiene bloccando il corpo con la rigidità o dissociandosi da esso. Entrambi i metodi escludono la possibilità di sentire.” Si crea così un circolo vizioso: paura di sentire → difficoltà di respirazione → respiro superficiale → panico quando si respira più profondamente → la persona è costretta a vivere in superficie e senza emotività.

Quando ci concediamo di essere vulnerabili, impariamo a tollerare i diversi sentimenti che emergono e comprendiamo che la vulnerabilità diventerà la nostra forza, una risorsa per ritrovare la salute emotiva e la nostra piena vitalità.


 
 
 

Comments


Dott.ssa Karen Medici- Psicologa - Psitoterapeuta Bioenergetica - Roma

bottom of page